Format Spettacoli
Tema Resistenza
2001 - I Mundaris
La migrazione per la monda inizia nella seconda metà dell’800.
La risaia è anche il riscatto della donna schiava, sottopagata, malnutrita, la mondina prende coscienza di sé e lotta.
La vita di risaia nel racconto di quattro personaggi femminili di età diverse.
Il contesto economico, la miseria, i debiti da pagare, la partenza per la risaia, la dura vita lontano da casa, il rapporto tra le donne, la condivisione della fatica, la libertà dalla famiglia, la prima presa di coscienza e le lotte.
Come soldati in fila nell’acqua e ammassate su piccole brande nei cameroni.
La valenza del canto che dà sollievo, la carica emotiva scaturita dal bisogno di riscattarsi, gli amori.
Il ritorno a casa dove nulla è cambiato.
2009 – Pietà l’è morta
“Uno era come sette, sette era come dire uno!”
Ispirato alla tragica vicenda dei sette fratelli Cervi ed alle lettere dei condannati a morte, lo spettacolo vuole riportare alla coscienza di ognuno le sofferenze della guerra, i valori di quanti si sono ribellati al fascismo, l’importanza di essere parte attiva della vita pubblica nel rispetto della Costituzione, nella memoria di quanti hanno sacrificato la propria vita per permetterci di essere liberi.
Un richiamo quindi a non delegare, a non attribuire ad altri le nostre responsabilità sociali, politiche, civili, una sollecitazione a riscoprire gli antichi ideali ed a non dimenticare le radici che ci hanno generato, un urlo disperato contro l’indifferenza.
E’ uno spaccato di storia fortemente emotivo, accompagnato da tradizionali canzoni popolari e partigiane.
2011 – Sorelle giardiniere – Le donne del Risorgimento
Dedicato alle donne che, in un secolo di profondi mutamenti politici e sociali, nell'enfasi tutta maschile di un passionale bisogno di libertà, ebbero un ruolo importante, fecero parte della carboneria, combatterono al fianco dei garibaldini, non risparmiarono il loro corpo nei letti dei potenti pur di strappare informazioni utili alla causa di una Italia unita.
Donne dimenticate, escluse dalle pagine della Storia, donne che meritano di essere conosciute, i cui sentimenti, le cui emozioni, le cui sofferenze sono state tutte donate alla Patria, donne che oltre 150 anni fa gettarono le basi per quel posto nella società a cui tutte abbiamo diritto e che purtroppo ci vede ancora in salita.
2015 – Fazzoletto rosso
L’occupazione nazista, un fascismo agli sgoccioli, durante questo infausto periodo la gente comune si è difesa, protetta in mille modi: con l’ironia, con la ribellione, la resistenza, ma anche con una parvenza di sottomissione che ha mascherato in qualche modo la paura.
Sono piccole storie popolari da cui si evince la stanchezza, l’insofferenza per la dittatura, la voglia di superare la soglia di dolore inflitta da aguzzini senza cuore, ma soprattutto l’irrefrenabile desiderio di libertà per il quale si è disposti a sopportare tutto, si è disposti a tutto.
2021 – Non ti scordar di me
I racconti delle nonne, sempre affascinanti agli occhi dei bambini, qui abbracciano la storia del periodo fascista, ne fanno, col colore del dialetto, un resoconto tragicomico che evidenzia i sentimenti, le situazioni, le paure di quell’epoca.
La miseria, la fatica, la fame, sono le compagne di queste bambine, oggi nonne, che, sebbene felici allora di indossare le divise da piccole italiane, pulite, ordinate, eleganti, con perfino le scarpe, quasi ricche, non cancellano nel racconto la durezza del periodo.
“Non ti scordar di me” non si rivolge a persone, ma a fatti, episodi, alla storia, per non ricadere negli errori di un passato non così lontano e per non perdere mai il grande, immenso dono della libertà.La vita scandita dalle stagioni, è di nuovo il paese e la natura che regolano il ritmo della vita.
Nasce l’esigenza di conservare la memoria, di raccogliere tutto ciò che fa parte delle nostre radici.
Proprio perché non si è immortali.
Il testo nasce da una ricerca sulle tradizioni orali voluta, negli anni 70, da Ugo Bulgarelli, allora Assessore alla Pubblica Istruzione e Cultura di Novi di Modena.
Filastrocche, ninne nanne, riti propiziatori, antica saggezza contadina, le nostre origini, la nostra piccola storia.
Il dolore del tempo che passa e ci dà la dimensione della nostra mortalità lascia lentamente spazio alla tenerezza, la tenerezza del ricordo, la tenerezza dell’amore.