I racconti delle nonne, sempre affascinanti agli occhi dei bambini, qui abbracciano la storia del periodo fascista, ne fanno, col colore del dialetto, un resoconto tragicomico che evidenzia i sentimenti, le situazioni, le paure di quell’epoca.
La miseria, la fatica, la fame, sono le compagne di queste bambine, oggi nonne, che, sebbene felici allora di indossare le divise da piccole italiane, pulite, ordinate, eleganti, con perfino le scarpe, quasi ricche, non cancellano nel racconto la durezza del periodo.
“Non ti scordar di me” non si rivolge a persone, ma a fatti, episodi, alla storia, per non ricadere negli errori di un passato non così lontano e per non perdere mai il grande, immenso dono della libertà.La vita scandita dalle stagioni, è di nuovo il paese e la natura che regolano il ritmo della vita.
Nasce l’esigenza di conservare la memoria, di raccogliere tutto ciò che fa parte delle nostre radici.
Proprio perché non si è immortali.
Il testo nasce da una ricerca sulle tradizioni orali voluta, negli anni 70, da Ugo Bulgarelli, allora Assessore alla Pubblica Istruzione e Cultura di Novi di Modena.
Filastrocche, ninne nanne, riti propiziatori, antica saggezza contadina, le nostre origini, la nostra piccola storia.
Il dolore del tempo che passa e ci dà la dimensione della nostra mortalità lascia lentamente spazio alla tenerezza, la tenerezza del ricordo, la tenerezza dell’amore.